Nella seconda metà del Novecento i movimenti artistici hanno messo definitivamente in crisi la nozione di “specificità” dei diversi medium (pittura, scultura ecc.) che era stata uno dei pilastri dell’estetica modernista. Dal new dada alla pop art, dal situazionismo a Fluxus ai movimenti nati nella seconda metà degli anni sessanta (minimalismo, arte concettuale, Arte povera, Land Art, ricerche processuali ecc.), le distinzioni tra mezzi espressivi, tecniche e linguaggi vengono messe in crisi e si afferma una pratica creativa in cui istanze concettuali, processuali, performative impongono una radicale ridefinizione dell’opera d’arte e dei suoi caratteri teorici e concreti.
Il corso affronta i momenti chiave di questo processo, nell’arco del trentennio 1950-80, attraverso l’esame ravvicinato di opere, mostre e figure chiave del periodo e letture guidate di saggi critici in argomento.
Bibliografia
- Denys Riout, L’arte del ventesimo secolo, Einaudi, Torino 2002; parte seconda (pp. 111-189) e quarta (pp. 253-331).
- Hal Foster et al., Arte dal 1900, Zanichelli 2006
- Gillo Dorfles, Angela Vettese, Arti visive. Il Novecento, Atlas, Bergamo 2005, voll. 3A e 3B.